Colli cuneesi

Dopo aver girato su e giù attraverso i colli francesi della Route des grandes alpes mi sembrava oltre che doveroso, anche giusto, fare un salto sui cugini cuneesi.
Bene, il giro che sto per presentare, va detto subito, è molto impegnativo, sia per via dei km da percorrere che per via delle condizioni del fondo stradale non sempre perfetto. La bellezza dei posti visitati va di pari passo con la durezza delle salite; di fatti la Granda, nome con cui si identifica la provincia di Cuneo, è da sempre famosa, soprattutto tra i ciclisti, per l'elevata difficoltà di alcune salite. Vediamole nello specifico.

Itinerario:



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Road-book + Qualche cenno…

Il giro parte da Costigliole Saluzzo, si risale in parte la Valle Varaita e giunti a Sampeyre si svolta verso sinistra in direzione del Colle Sampeyre. Sin da subito ci si rende conto che la qualità del manto stradale non è delle migliori, anzi, a dire la verità è pessima. Il passo, che fa parte dei pochi valichi stradali delle Alpi Cozie al di sopra dei 2.000 m s.l.m., fu realizzato intorno al 1740 dall'esercito piemontese. Infatti pare che da allora nessuno abbia più fatto manutenzione, la strada si presenta sporca con piccole frane ai margini e pietrisco praticamente ovunque. Ciò non deve spaventare, con cautela e attenzione il percorso si risale in sicurezza sino alla sommità. Sua maestà il Colle di Sampeyre con i suoi 2284 m s.l.m. è un signor colle. In cima la vista spazia a 360° e il panorama è davvero notevole:
Colle Sampeyre Colle Sampeyre Colle Sampeyre
A questo punto una precisazione è doverosa. Trovandosi in cima al Colle Sampeyre la via migliore per terminare il giro sarebbe stata quella di ridiscendere il Vallone dell'Elva per risalire poi il Vallone di Marmora e attraverso il Colle d'Esischie sbucare direttamente nel Vallone dell'Arma. Purtroppo però per via delle copiose precipitazioni nevose che hanno caratterizzato l'inizio della primavera 2013, una frana molto importante ha interrotto la via fra Borgata Tolosano e il Colle d'Esischie. Questo evento e la scarsa manutenzione delle alte vie alpine, fanno si che la Granda, conosciuta in tutto il mondo come provincia dall' alta tradizione sportiva, rischia di perdere il suo prestigio. Sarebbe un danno per tutti, dal turismo all'economia allo sport. Quindi il presente articolo vuole avere anche l'intento di sensibilizzare gli enti pubblici ad una maggiore attenzione verso queste strade che, a mio avviso, non sono semplici strade ma veri santuari.
Quindi, dopo un breve cambio di programma (stabilito a tavolino) si decide di ridiscendere la Valle Maira, direzione Elva. Attraverso il Vallone dell'Elva (Valle laterale della Valle Maira) si giunge al bivio Ponte Marmora/Stroppo. Prendere direzione Stroppo e ridiscendere cosi la Valle Maira. La V.Maira è lunga circa 45 km ed è tagliata a metà dal torrente che le dà il nome: il Maira. La caratteristica principale di questa valle è la sua larghezza: la strada risulta essere molto percorribile con curvoni veloci e fondo stradale perfetto. In tal modo in poco tempo ci si ritrova a Dronero. Piccola pausa per ammirare il ponte del Diavolo:
ponte del Diavolo
Si prosegue in direzione Valgrana per la salita dell'omonima valle. Situata tra la valle Maira a nord e la valle Stura di Demonte a sud, la Valle Grana non arriva al confine con la Francia, si snoda per circa ventiquattro chilometri partendo da Caraglio, ancora in pianura, per arrivare fino al Colle Fauniera (o colle dei morti) attraverso il Colle d'Esischie. La salita verso il Colle Fauniera è a dir poco stupenda. La valle famosa specialmente per il Santuario di San Magno sale inerpicandosi lungo le pendici delle montagne; l'ascesa è classificabile come una salita alpina lunga e impegnativa, dall'importante dislivello e dall'elevata quota altimetrica raggiunta, con pendenze che a tratti superano il 10% ,ma che sfiorano anche il 15%. La discesa del Fauniera è considerata invece una delle più tecniche delle Alpi, dove bisogna far anche attenzione a non investire le marmotte. Ebbene si, lungo tutto il tratto nei pressi del colle non si contano i gruppetti dei simpatici animaletti a cui non dispiace riscaldarsi sull'asfalto. Dunque attenzione, guidare con prudenza e mantenere bassa la velocità. Il funesto nome di Colle dei Morti fu attribuito dopo una sanguinosa disfida avvenuta nel secolo XVIII tra truppe franco-ispaniche e piemontesi nel valloncello poco distante (Vallone dei Morti).Nei pressi del bivio per il Vallone dell'Arma si scollina sul Colle d'Esischie. In questo tratto per via delle forti precipitazione nevose ci sono ancora degli accumuli:
Colle d'Esischie Colle d'Esischie Colle d'Esischie Colle d'Esischie Colle d'Esischie
Ancora una manciata di chilometri e si giunte al Colle Fauniera che come recita la targa è alto "appena " 2480 m s.l.m.
Colle Fauniera Colle Fauniera
In marcia direzione Demonte. Si ridiscende schivando una mormotta qua e là, sino al bivio che ci immette in Valle Stura. Si risale in parte la valle tra una fitta vegetazione e si giunge, dopo una miriade di curve, sulla sommità in località Madonna del Colletto. Questo punto segna il punto più alto che divide la Valle Stura  dalla Valle Gesso:
Madonna del Colletto
Adesso non ci resta che ridiscendere la Valle Gesso fino a Borgo San Dalmazzo e poi seguendo le indicazioni per l'autostrada tornare a casa.

Lunghezza del giro: circa 150 km circa;
Periodo consigliato: da tarda primavera a inizio autunno in base alla stagione.

Dove mangiare:

Rifugio escursionistico "La Sousto dal Coll" - Colle San Giovanni Elva CN. Pranzo completo o panino al volo.

Cartografia:

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Il video:







by motoniko77

E per finire

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